anna vaccarelli

senior technologist

Dopo la laurea in Ingegneria Elettronica all’Università di Pisa Anna Vaccarelli è stata ricercatrice presso l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche – di Pisa. Attualmente ricopre l’incarico di Senior Technologist sempre presso il CNR ed è responsabile delle Relazioni Esterne, Media, Comunicazione e Marketing del Registro.it.

 

 In questa intervista si parla di:

  • carriera accademica
  • donne in ambito ICT
  • consigli sul percorso di studi
 
 

Ci racconta brevemente la sua carriera, le difficoltà incontrate ed i traguardi più importanti?

La mia vita lavorativa si è svolta tutta in ambito accademico: appena laureata, tre anni di borsa di studio e poi un concorso da ricercatore vinto al CNR a Pisa all’Istituto di Elaborazione della Informazione. Lavoro tutt’ora al Cnr a Pisa nell’Istituto di Informatica e Telematica. Certamente l’ambiente della ricerca è meno discriminatorio di altri, raramente ho incontrato un collega che mi discriminasse in quanto donna, ma certamente, in quanto donna, ho dovuto dimostrare di capire e saper fare molto di più di quanto non debbano dimostrare gli uomini. Tuttavia, pochi anni dopo la mia assunzione al Cnr, quando ero circa trentenne, mi fu affidata la responsabilità di guidare i “Servizi Tecnici” dell’Istituto, che comprendevano la gestione del magazzino, dell’officina meccanica, la manutenzione degli impianti, la gestione di un avanzatissimo (per l’epoca) laboratorio di componentistica elettronica ed altri servizi. Il gruppo era composto da 11 tecnici maschi e tutti più grandi e più esperti di me nel proprio settore. Ecco quella è stata una sfida: ero si’ un ingegnere e loro dei tecnici ma donna e giovane e quindi dovevo dimostrare di essere in grado di guidarli. Passato “l’esame” (per la verità durato poco) abbiamo lavorato benissimo insieme, mi hanno rispettato e voluto bene e con qualcuno, dopo oltre vent’anni, siamo ancora in contatto pur avendo preso strade diverse.

Quando è nato il suo interesse per l’ambito ICT?

Mi sono iscritta a ingegneria elettronica (avevo 17 anni) perché mi affascinavano le telecomunicazioni, poi lentamente, durante l’attività lavorativa mi sono sempre più spostata sull’informatica, pur restando sempre in ambito ICT. Di aver potuto realizzare questa scelta, inconsueta all’epoca, devo ringraziare la mia famiglia di origine che mi incoraggiò e mi sostenne, con grande apertura mentale e culturale.

Come mai questo ambito è ancora poco “frequentato” dal genere femminile? Che soluzioni vede per incrementare il numero di donne, pensando soprattutto all’elevato numero di posti di lavoro che esso creerà nei prossimi anni?

Negli ultimi anni sono sorte molte iniziative volte a incoraggiare le ragazze a iscriversi a facoltà scientifiche (le cosiddette STEM), proprio perché la presenza delle donne nel settore è inferiore a quella degli uomini. Credo che la ragione sia nella convinzione ancora radicata in molti (e sbagliata) che le STEM siano troppo difficili per le donne. Ci vorrebbe un lavoro culturale sulle famiglie e nella scuola per sradicare questa convinzione e fare in modo che le ragazze si sentano libere di accettare qualunque sfida intellettuale venga loro posta. Bisogna anche segnalare un dato ancora più preoccupante ed è la quasi totale assenza delle donne nei ruoli apicali: nel settore ICT sembrano essere ancora più rare che altrove.

Ha avuto dei mentori o comunque delle figure che hanno influito sulla sua carriera professionale?

Molte persone mi sono state di esempio (o controesempio) e con molte ho collaborato ma ho sempre avuto le idee chiare per conto mio e ho perseguito i miei progetti e i miei obiettivi in autonomia e con caparbietà. Se avessi avuto una persona di riferimento forse avrei fatto meno errori, ma dagli errori ho imparato e acquisito esperienza. Sono orgogliosa di aver raggiunto la maggior parte dei miei obiettivi con le mie forze.

Ha mai fatto da mentore ad alcuni giovani? Pensa sia importante per lo sviluppo di carriera?

Ho lavorato spesso con persone più giovani, studenti o colleghi e ho cercato di indirizzarli secondo le loro inclinazioni. Un sostegno di questo tipo aiuta a chiarirsi le idee ma non necessariamente ad avere più successo in termini di carriera.

Che consigli darebbe alle giovani interessate alle materie STEM? Parlando di percorsi di studio e prime esperienze lavorative.

Suggerirei di orientarsi al settore dell’informatica che apre maggiori possibilità di lavoro rispetto ad altre discipline scientifiche. E spesso, a chi si vuole iscrive a Ingegneria, sconsiglio indirizzi troppo specifici, troppo verticali: il punto di forza degli ingegneri è la capacità di adattarsi a contesti diversi e questa capacità si sviluppa solo se hai conoscenze ampie, le più ampie possibili. A diventare supertecnici specializzati si fa in tempo dopo la laurea, nel proprio ambito lavorativo.

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