valentina sorgato

amministratore delegato di SMAU

Valentina Sorgato, amministratore delegato di SMAU e consigliere di Italia Startup. 

 In questa intervista si parla di:

  • gestione di un team
  • definire obiettivi a lungo termine
  • conciliazione carriera e maternità
 
Ci racconta brevemente il suo percorso lavorativo, i successi ed i momenti più critici della sua carriera?

Sono entrata in contatto con il mondo delle Fiere e dell’innovazione nel 2001 subito dopo la laurea in economia, quando ho iniziato a collaborare per l’organizzazione del primo evento italiano dedicato ai giovani talenti nell’era di Internet, occupandomi della parte formativa. Siamo arrivati a gestire 600 workshop in tre giorni, più di 20 sale in parallelo. Un’esperienza bellissima che mi ha insegnato molto sulla gestione di team e la capacità di far fronte alle situazioni complesse.

Dopo qualche anno sono entrata in Fiera Milano e da lì in SMAU, dove ho fatto carriera passando da Direttore Marketing e Progetti Speciali a Direttore Generale e, da quasi un anno a questa parte, Amministratore Delegato.

I momenti più critici della mia carriera si sono verificati quando non c’era pieno allineamento con il Team: oggi siamo una struttura compatta che lavora “a rete” con un ecosistema di partner molto solido. Credo molto in questo genere di organizzazioni e nel valore che possono produrre reciprocamente.

 

“Non perdere mai di vista i propri obiettivi professionali” 

Valentina Sorgato

Ci descrive una sua settimana tipo?

Vi racconto il mio mese appena concluso: 19 giorni lavorativi, 40 incontri, 3 aerei presi, 5 treni, 1.600 km percorsi in macchina, 5 diverse Regioni italiane visitate, 1 Paese estero, un totale di 280 mail inviate. Non male, eh?! 

Ha avuto dei mentori o comunque delle figure che hanno influito sulla sua carriera professionale?

Nel corso della mia carriera ho incontrato moltissime persone che mi hanno insegnato qualcosa e che mi sono state di stimolo per migliorarmi continuamente.

Ho la fortuna di un lavoro che mi fa conoscere tantissime persone, con esperienze lavorative (e di vita) internazionali, in un settore – quello dell’innovazione – che non ha regole predefinite e pertanto lascia molto spazio alla creatività.

Sono una persona curiosa, ho sempre cercato di far tesoro delle esperienze altrui e di imparare quanto più possibile dagli altri.

Com’è essere madre ed amministratore delegato? Che consigli darebbe a chi ha paura di non poter conciliare sfera privata e professionale, perdendo magari occasioni importanti?

Sono diventata mamma a 20 anni e quindi sono cresciuta – professionalmente parlando – con la volontà di riuscire a far conciliare sempre la famiglia con la carriera. Ed è assolutamente possibile, anzi, credo che per la piena affermazione di una donna sia necessario riuscire a trovare il giusto equilibrio tra sfera privata e professionale. Il mio team è composto al 90% da donne, tutte con famiglia e figli da crescere. Ma mai nessuna ha voluto rinunciare a partecipare ad un evento SMAU perché il figlio aveva la febbre o la vaccinazione da fare. Sicuramente abbiamo anche dei mariti in gamba!

Cosa possono e dovrebbero fare le donne per poter diminuire la disparità di genere? Che atteggiamenti devono cambiare?

Credo che la disparità vada eliminata prima di tutto come pregiudizio da parte delle donne: nella mia esperienza vedo molte donne con grande determinazione che riescono a raggiungere risultati eccellenti senza dover scendere a compromessi con i propri valori e obiettivi personali. Quindi donne … facciamoci coraggio che ce la possiamo sicuramente fare!

Alcuni consigli?

Non perdere mai di vista i propri obiettivi professionali e dotarsi delle competenze mancanti attraverso lo studio e l’aggiornamento costante. A volte i ritmi lavorativi tendono a distogliere l’attenzione dagli obiettivi di medio-lungo termine perché presi da emergenze nel breve. Dobbiamo riuscire a ricavarci sempre del tempo nella settimana per guardare al nostro lavoro da una prospettiva diversa. Solo così possiamo avere una maggior certezza che la strada che stiamo percorrendo sia quella più corretta.

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