martina cusano

co-founder e ceo mukako

Dopo la laurea in Finanza presso l’Università Commerciale “Bocconi” di Milano, Martina Cusano ha lavorato come analista presso la Banca d’Investimento UBS, a Londra, e poi come General Manager per l’Italia in Groupalia.

Nel 2015 ha fondato, assieme ad Elisa Tattoni, Mukako, startup leader in Italia nell’e-commerce di prodotti per bambini, di cui è attualmente CEO.

 

Ci racconta brevemente la sua storia e com’è nata la decisione di fare impresa?

Sono nata in una famiglia di imprenditori, ho studiato finanza e il mio primo passo lavorativo è stato in una grande banca di investimento a Londra. Dopo pochi anni di carriera da bancaria ho iniziato a sentire l’urgenza di creare qualcosa di mio. Credo che l’istinto imprenditoriale sia venuto fuori tanto dall’esempio che avevo avuto in famiglia, quanto dal bisogno di fare qualcosa di creativo, nonostante mancassi completamente di talento artistico. Il passaggio dalla finanza all’imprenditoria, tuttavia, è stato lungo. È passato per un Master in Business Administration di due anni negli Stati Uniti e poi un ruolo importante in una startup già molto ben avviata a Barcellona. C’è voluto soprattutto tempo per prendere coraggio e lanciarsi in un’avventura che avrebbe stravolto la mia vita.

Quali sono stati i primi passi dall’idea alla creazione della società? Ci descrive i primi mesi di attività?

Con la mia socia Elisa abbiamo pensato a lungo a diversi business su cui lavorare. Quando sono diventata madre, ho capito che c’era un mercato – quello dei genitori – mal servito perché le aziende che se ne occupavano facevano scarsa innovazione sia di prodotto che di servizio. Trovata l’esigenza ci siamo messe al lavoro. La società è stata costituita al mio ottavo mese di gravidanza, quindi i primi mesi di lavoro sono stati comunque abbastanza leggeri e preparatori. Abbiamo commissionato il nostro sito web e seguito i lavori, mentre acquisivamo maggiore conoscenza del mercato.
Quasi un anno dopo eravamo pronte per il lancio e quando il sito è stato messo online… non è successo niente: ci sono voluti giorni per ricevere il nostro primo ordine. Poi con il passare del tempo gli ordini sono aumentati, abbiamo aperto una live chat che presidiavamo giorno e notte dividendoci io ed Elisa, le uniche due dipendenti dell’azienda. Abbiamo continuato a lavorare solo noi due fino ad aprile dell’anno successivo, quando ormai ricevevamo decine di ordini al giorno e avevamo tantissime attività da portare avanti in parallelo. Quei mesi sono stati molto impegnativi, ma soprattutto caratterizzati da un susseguirsi di alti e bassi, perché le prime fasi di una startup sono sempre piene di dubbi e incertezze, ma anche di piccoli successi che ti fanno sentire al settimo cielo.

Come si concilia l’attività imprenditoriale con l’essere madre?

Penso di aver trovato un equilibrio. Per me la cosa più importante è accettare che sarò sempre sia una madre che una manager imperfetta. È normale che sia così, ma credo che ambire sempre alla perfezione costringa spesso molte donne a scegliere tra famiglia e lavoro.
Oggi essere sia genitore che lavoratore, manager o imprenditore sono diventati impegni crescenti. Da una parte bisogna fare i conti con la scuola, le attività extra dei bambini, l’organizzazione dei lunghi periodi di vacanze scolastiche e dall’altra le mail che arrivano senza fine e la competitività del mercato del lavoro, oltre al fatto che tutti noi come clienti siamo diventati iper esigenti e di conseguenza le aziende sono diventate organizzazioni sempre più complesse. Tutto ciò rende entrambi gli ambiti davvero difficili da gestire. I miei unici segreti sono di darmi delle priorità e non farmi prendere dai sensi di colpa. Non potrò essere a tutte le feste (almeno cinque all’anno) che vengono fatte a scuola, così come a volte dovrò dire di no a un fornitore o a un investitore. Ma va bene così perché sono certa di riuscire a trasmettere ai miei figli tutto l’amore che ho, dando loro anche un esempio positivo di madre che lavora con grande motivazione.

Come imprenditrice ha incontrato difficoltà in alcune trattative, nella ricerca di capitali o nel dimostrare la validità delle sue idee solo perché donna o è sempre stata considerata alla pari?

Sinceramente non credo di aver trovato grandi ostacoli. Con Mukako abbiamo coinvolto tanti investitori, nella maggior parte uomini, e abbiamo anche tanti fornitori e partner che contribuiscono in maniera importante al nostro business e non ho mai sentito di essere stata discriminata perché donna. Anzi qualcuno ci ha detto esplicitamente di aver investito in noi perché siamo donne e di valutare positivamente il fatto di avere due donne giovani alla guida di una società in cui rispecchiamo proprio il cliente tipo.
Non voglio dire che non ci siano dei pregiudizi, anzi al contrario sono certa che ogni volta che parliamo con qualcuno che non ci conosce ci sia spesso la perplessità di dover investire tempo o denaro con due manager che sono anche giovani mamme. Tuttavia credo che, come con ogni tipo di pregiudizio, stia a noi dimostrare il contrario e, in generale, ho sempre trovato persone disposte a darci fiducia e cambiare idea.

Quali consigli darebbe alle giovani donne con l’idea di fare impresa?

Lanciatevi e siate ambiziose! Ma soprattutto trovate un “compagno di viaggio”. Mukako non sarebbe mai esistita, o forse sarebbe nata ma non durata molto, se non avessi incontrato sulla mia strada Elisa e condiviso con lei il mio progetto di vita professionale. Credo che questo non sia un percorso da fare da soli – sebbene stimi al massimo chi ci riesce – perché serve una spalla con cui confrontarsi, che sappia fare ciò che tu non sai, ma soprattutto qualcuno che renda gli insuccessi meno amari e i successi più dolci, perché condivisi.

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