VALENTINA FABBRI

founder UNYLI

Dopo una laurea in finanza aziendale e mercati finanziari all’Università di Pisa ed esperienze lavorative che l’hanno portata a vivere a Londra, Valentina Fabbri decide di rientrare in Italia per cercare la sua strada. Qui lavora per la boutique di investimento Cenciarini&Co dove impara moltissime cose ma, dopo un po’, decide di licenziarsi per fondare Retail Capital. La sua attenzione è sempre stata rivolta ai temi della diversity e del bodypositive, comunicando un’idea di estetica e di sensualità trasversale in cui tutte le donne possano riconoscersi.

 

Quali sono i primi passi che ha fatto dall’idea alla nascita della società?

Unyli è un marketplace e modello di digital trasformation multicanale – B2B e B2C – per il settore dell’intimo, nato dalla mia esperienza in ambito finanziario e dal background di Francesco de Paolo in questo segmento di mercato.
Il modello è stato ideato per superare le difficoltà strutturali del settore, soprattutto in situazioni come quelle di pandemia dove l’e-commerce e la digitalizzazione risultano fondamentali per la sopravvivenza dei singoli punti vendita: i dati di mercato ci dicono che da ormai 15 anni l’e-commerce registra importanti percentuali di crescita, con una curva tutta in salita, con una inevitabile ripercussione sugli acquisti offline. Secondo i dati diffusi da ConfCommercio, dal 2008 al 2018 hanno abbassato la saracinesca 63mila attività nel nostro Paese, con un calo accusato soprattutto dai negozi di vendita al dettaglio come librerie, negozi di giocattoli e di abbigliamento (-11,1%).
Il mercato italiano dell’intimo ha, inoltre, un giro d’affari di 4,5 miliardi di euro, oltre 16 milioni di clienti fidelizzati e un potenziale di crescita di 10 milioni di utenti, margine che però rischia di non riuscire a raggiungere a causa di modelli strutturali e di approccio al mercato, ormai, obsoleti. Uno sviluppo rallentato ulteriormente dall’attuale situazione di emergenza globale che vede tra le principali categorie colpite i settori di intimo, accessori, calzature, abbigliamento e tessile per la casa, come recentemente confermato da Confcommercio e Federmoda.
Numeri che parlano chiaro se si considera che su oltre 8.000 punti vendita attivi nel segmento dell’intimo, il 90% non risulta informatizzato, con conseguenze importanti per tutto il settore. Ne sono un esempio la gestione analogica delle migliaia di referenze in magazzino e dei flussi di vendita che generano rimanenze che mediamente, pesano in valore 1,6 volte i ricavi lordi annui. Situazione sui cui gravano, inoltre, la mancanza di una formazione adeguata del personale, la presenza di layout “superati” nei punti vendita e i tempi medio-lunghi di approvvigionamento stagionale da parte delle case produttrici.
Con l’avvento della pandemia si è registrato, infine, un ulteriore aumento degli acquisti online (secondo un sondaggio europeo condotto da Ipsos e PayPal il 60% degli italiani ha effettuato uno o più acquisti sul web), ma anche un’inversione di tendenza con una riscoperta dei negozi di quartiere. Il 43% dei consumatori italiani ha acquistato, infatti, più frequentemente nei punti vendita della propria zona, con un aumento delle vendite al dettaglio dell’8,2% da luglio 2020 ad agosto 2020 (dati Istat). E Unyli nasce proprio dalla riscoperta e dalla valorizzazione della dimensione locale, per questo a dicembre abbiamo lanciato la Campagna #SosteniamoINegoziantiItaliani; l’obiettivo è supportare il più possibile i negozianti del territorio, spronando le persone a riscoprire i punti vendita locali e a un consumo critico e consapevole: acquistare in un negozio di quartiere significa, infatti, riconoscerne il valore economico e sociale e sostenere le famiglie del personale che ci lavora.
Con Unyli la digitalizzazione parte dal negozio fisico, attraverso un layout innovativo e digitale, una gestione informatizzata del magazzino e della logistica e una piattaforma che, attraverso algoritmi e machine learning, permette di offrire un servizio studiato sulle singole esigenze del cliente. Unyli consente, quindi, ai retailer di avere accesso a un sistema di riconversione digitale dei punti vendita già attivi, a un modello di ottimizzazione delle vendite e delle scorte di magazzino con l’utilizzo di moderne tecnologie gestionali e, infine, di aver accesso al canale di vendita online, attraverso il marketplace proprietario.
Stiamo predisponendo nelle città anche la presenza di veri e propri proximity hub digitalizzati sia per le personal shopper, sia per i clienti, in cui si potrà accedere con un qr code e ritirare i propri acquisti; stiamo, inoltre, lavorando per trasformare i negozi in veri e propri store 5.0, con una tecnologia di misurazione delle forme che permetterà agli utenti di provare “virtualmente” tutti i capi presenti nei punti vendita per poter acquistare la taglia perfetta anche da casa.
Il nostro lavoro, inoltre, è accompagnato quotidianamente da una grande attenzione verso i temi legati al body positive, nel quale mi rispecchio pienamente, dissociandomi dalle aziende che mercificano il messaggio con l’unico fine di incrementare i ricavi. Body positive per me significa normalità, vita quotidiana, significa assenza di discriminazione. Mi rispecchio in tutte quelle donne che, quotidianamente, vengono discriminate per la loro fisicità, per dei “difetti” che, poi, difetti non sono. Per questo a breve lanceremo la Campagna #TUSEIPERFETTA: non solo un tag per i social, ma un messaggio di amore, positività e inclusione da far passare a ogni donna, da condividere su Instagram, un incoraggiamento a non essere giudicanti, nei confronti del proprio corpo e del corpo altrui.
La vivo come una missione, per questo Unyli è l’intimo perfetto per ogni forma possibile, è un messaggio veramente inclusivo, non uno slogan, ma un credo e una promessa che è alla base di tutto quello che stiamo facendo e che faremo in futuro.


Dove ha trovato i fondi e le persone giuste con cui collaborare?
Trovare i fondi non è semplice, ho investito dei miei capitali nella fase iniziale e tra due mesi avvieremo la prima campagna di fundraising. Ho scelto di rendere il progetto una realtà ma non avendo esperienza nel settore, ho cercato di coinvolgere uno dei migliori profili che ci sono oggi in Italia nel settore dell’intimo: Francesco De Paolo. Francesco, attuale General Manager di Retail Capital, si occupa di tutta la parte strategico/operativa; insieme abbiamo lanciato Unyli sul mercato dopo un lungo e accurato periodo di studi e di ricerche: da dicembre 2018 a marzo 2020 abbiamo intrapreso la fase di product market fit con i produttori, da marzo 2020 abbiamo presentato la versione beta del modello sino ad arrivare a novembre 2020 con il lancio ufficiale del sito di Unyli.


Quali sono stati gli insegnamenti o le esperienze fatte in precedenza che le sono state più utili quando è diventata imprenditrice?
Ogni esperienza che ho fatto nella mia vita è stata utile, anche quelle che non reputavo tali. Aver contribuito alla costituzione e allo sviluppo di altre startup, mi ha insegnato molto: ho imparato a riconoscere le diverse fasi di crescita, a prevedere gli imprevisti, che per una startup sono all’ordine del giorno, e a saper gestire le risorse in modo efficace.


Quali consigli darebbe alle giovani con l’idea di fare impresa?
Uno dei consigli più importanti è quello di fare il passo quando si sente che è arrivato il momento giusto; è importante essere sempre umili, dominare il più possibile l’emotività e non scoraggiarsi mai: le difficoltà e gli imprevisti sono dei preziosi suggerimenti che indicano la strada e aiutano ad avvicinarci sempre di più all’obiettivo.

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